lunedì 20 giugno 2011

PERSEVERANZA




Cosa vuol dire fare sport? O forse, meglio, cosa vuol dire affrontare la vita?
Anche quando tutto sembra essere finito, c'è ancora qualcosa che resta vivo ... l'orgoglio e la passione.... E quello che ci spinge in avanti, ci porta comunque a trovare sempre nuove sfide, nuove motivazioni...e a non sentirci soli....




LA STORIA: Derek Redmond fine anni ottanta -inizio anni novanta era il più forte 400 metrista al mondo ma non è riuscito mai a realizzare il suo sogno, ossia conquistare una medaglia olimpica; già nel 1988 alle Olimpiadi di Seul Derek durante il riscaldamento, pochi minuti prima della partenza della sua batteria si infortunò gravememente ( lesione tendine d’achille sinistro) non potendo partecipare. Dopo 13 operazioni riusci' a correre di nuovo, incominciò ad allenarsi nuovamente con costanza e con tanti sacrifici poichè aveva un sogno da realizzare ed era quello di vincere una medaglia. I suoi sforzi furono premiati con le qualificazioni alle olimpiadi di Barcellona del 1992; qui Derrek era il favorito, infatti aveva vinto con facilità le batterie di qualificazione fino ad approdare in semifinale, dove si consumò il dramma: Derek parte bene ai 250 m è in testa e controlla con facilità gli avversari fino a quando non sente un dolore lancinate al ginocchio ( legamenti), mentre lui cade a terra e urla dal dolore gli altri atleti concludono la prova. I medici capiscono la gravità dell’infortunio e gli vanno vicino per soccorrerlo ma lui capisce che questa sarà la sua ultima gara , rifiuta ( a circa 1 minuto e 1 secondo del video) i soccorsi e su una gamba sola si avvia verso il traguardo. Il dolore è fortissimo e Derek sembra non farcela quando all’improvviso suo padre scavalca le recinzioni e disinteressandosi della pubblica sicurezza va ad aiutare il figlio ( a 1 minuto e 11 secondi del video) a tagliare quel maledetto traguardo. Alla vista del padre L’atleta scoppia in un pianto struggente, il sogno di una vita e di tanti sacrifici era ormai sfuggito. Alla fine i 65.000 spettatori si alzano in piedi concedendo più di 5 minuti di standing ovation

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