venerdì 15 luglio 2011

MISSIONI DI PACE


CARA MAMMA TI SCRIVO DAL FRONTE DI GUERRA – STEFANO BENNI



Camp Silvio, deserto iracheno, 2 marzo.
Cara mamma, siamo in zona operativa. Ci hanno detto di non usare mai la parola guerra, locuzione antiquata e drammatizzante, ma piuttosto termini come intervento preventivo, motivi tecnici, obliterazione degli obiettivi. Anche noi soldati dobbiamo esprimere i nostri sentimenti in modo acconcio. Ad esempio non si dice “cagarsi addosso dalla paura” ma “elaborare lo stress in modo autoreferenziale”. Quindi sono il tuo Cosimo, e mi sto autoreferenziando perché ho paura che mi obliterino. Siamo in una tendopoli vicino agli americani, e si è creato un clima di sano cameratismo. Loro non ci chiamano più Macaroni, ma Chocolate boys, per l’abitudine del nostro premier di spalmarsi la pelata di Nutella quando va in televisione. Noi non li chiamiamo Gringos ma Findus, perché il presidente Bush si è fatto fare il lifting in crioterapia e per non fare squagliare tutto, se ci guardate bene, porta sempre al collo un filetto di salmone surgelato travestito da cravatta rosa.
Ieri è venuto il generale americano Mason e ci ha mostrato le prove delle armi segrete chimiche irachene. Una foto completamente nera, a riprova di quanto sono segrete. Poi ci ha spiegato che i missili iracheni hanno una gittata troppo lunga, mentre come è noto i missili di tutto il mondo hanno gittata comunale o tutt’al più provinciale. Ci ha fatto vedere addirittura un missile iracheno con la marmitta truccata.
Poi ha detto che c’è nel mondo un paese governato da un tiranno padrone di tutto e mentitore, che non vuole essere indagato né giudicato, è iscritto a un’organizzazione segreta di incappucciati che ha perseguito piani eversivi, consegna alle televisioni videocassette piene di minacce e per finire ha fabbriche d’armi ovunque, anzi le esporta in tutto il mondo, perciò l’Usa lo attaccherà. Gli abbiamo puntato contro i fucili e non li abbiamo abbassati finché non ci ha giurato che non parlava dell’Italia.

4 marzo
Oggi dovevamo avere due gradite visite. Il presidente Berlusconi e Sharon Stone. Ma non sono potuti venire. Invece di Berlusconi è venuto il ministro Martino e invece della Stone Maria De Filippi. Martino era bellissimo, con un cappello texano tricolore e gli sci da fondo. Credeva che l’Iraq fosse come l’Afghanistan. Ha ribadito che l’Italia non è in guerra, ma siamo qui solo per supportare in joint venture logistica l’intervento americano. Comunque ha detto di vigilare poiché il pericolo di un attentato è altissimo, si stanno saldando insieme il terrorismo islamico i pacifisti le brigate rosse i Nas i disobbedienti, gli arbitri, i vescovi e la cassazione.
Se colpiranno subito sarà grave ma se non colpiranno sarà anche peggio perché allora gli attentati li farà la Cia e quella va giù pesante. Infine il nostro colonnello ha gridato: volete camminare nel deserto per cinquanta chilometri o vedere Maria De Filippi che balla? Aveva appena finito di dirlo che eravamo tutti e trecento schierati in assetto di marcia. Il colonnello non sapeva se essere contento o meno. Dormiamo in simpatiche camerette col letto a Castelli. No, hai letto bene mamma, non a castello, a Castelli, i padani occupano la branda sotto, i meridionali dormono per terra. Il lettino sopra è occupato da un cartello: la branda va rifatta in nome del popolo.

7 marzo
Stamattina abbiamo eseguito un’esercitazione anti guerra chimica. Abbiamo fatto colazione con cappuccino liofilizzato e hamburger surgelati americani. Il cinquanta per cento non ce l’ha fatta ed è a letto che autoreferenzia. E’ venuto a trovarci Tony Blair. Che stile, che eleganza! Sembrava Little Tony passato per Oxford. Con lui c’era Gasparri. Che stile, che vivacità! Ha bofonchiato qualcosa per un minuto e poi è rimasto bloccato nella sua solita espressione: a bocca aperta e col labbro pendulo. Un po’ alla volta gli si stava riempiendo la bocca di sabbia e allora gli abbiamo messo una maschera antigas. Pensandoci bene, non ha cambiato faccia per niente.
Siamo eccitati perché ci hanno detto che in settimana dovrebbe finalmente arrivare Sharon Stone, se no Valeria Marini, se no la Moratti. E poi una buona notizia: a quelli del Grande Fratello li avvertiranno se scoppia la guerra, mentre a noi non diranno cosa succede nella casa del Grande Fratello: una bella rottura di marroni risparmiata.

8 marzo
Ci siamo scambiati le mimose. Da alcuni indizi l’attacco sembra imminente. Il colonnello Mason continua a portarci prove delle armi segrete di Saddam, ad esempio ci ha fatto vedere che i cannoni iracheni hanno la canna vuota, cosa ci nascondono dentro? Nel pomeriggio abbiamo visto anche gli ispettori Onu. Hanno tutti un berretto da Sherlock Holmes, la pipa e un metal detector. Gli americani gli hanno detto di scavare tutto in tondo nella sabbia, perché sotto poteva esserci un bunker segreto. Solo alla fine hanno detto che era uno scherzo, volevano solo che qualcuno gli costruisse una bella pista per le biglie, e si son messi a giocare con grande risate. Ho capito che gli americani sono dei gran burloni e che la vita dell’ispettore Onu deve essere durissima.
Alla sera, abbiamo visto il film “Il ponte sul fiume Lambro”, una versione padana del Ponte sul fiume Kwai con gli albanesi al posto dei giapponesi e Lunardi che fa il colonnello costruttore al posto di David Niven. Il film dura sei minuti, poi naturalmente il ponte crolla. Dopo il rancio il colonnello, democraticamente ci ha prestato il telefonino satellitare e ha detto: adesso ognuno mandi un essemesse alla sua ragazza. Il soldato Micillo, detto Miccichè per la sua intelligenza ha detto: potrei usare altre tre lettere invece di esse emme esse? Il colonnello ha detto che consulterà il regolamento.

12 marzo
Stamattina è venuto a trovarci D’Alema. Per mostrare che era per la guerra ma non troppo indossava una giacca da paracadutista, bermuda a fiori, e un preservativo sulla baionetta. Ha detto che dobbiamo essere tecnicamente pronti all’azione pacificatrice e ha cominciato a tracciare strani segni sulla lavagna. Per me erano i piani per un attacco a terra, per un mio amico era lo schema della nazionale di Trapattoni. Poi si è scoperto che era la linea politica dei Diesse sulla guerra.
Con lui c’era Vissani che ha preparato un rancio speciale. Tortino di sabbia al tartufo e poisson en boite avec julienne de haricots, ovverossia tonno in scatola e fagioli. Tutta la nuit abbiamo scoreggiato en pleine air chiedendoci pardon. La mattina D’Alema è risalito sulla sua barca (ci aveva messo sotto le rotelle) e ha detto che lui non dice bugie come Silvio Nutella: entro due giorni farà venire la Ferilli se no la Parietti se no Pecoraro Scanio.
Nel pomeriggio abbiamo fatto l’esercitazione insieme agli americani. Loro sparavano e noi andavamo a controllare se avevano colpito il bersaglio. Quando eravamo vicino al bersaglio loro continuavano a sparare e gli inglesi venivano a controllare se ci avevano colpito, e così via. Era un tourbillon molto vivace. La notte però ho dormito male.

14 marzo
Finalmente è arrivato il presidente Berlusconi in elicottero. Era incazzato perché per tutto il viaggio è stato seguito da un branco di fenicotteri che lo fischiava. E’ sceso con un agile balzo e per trovarlo nella duna hanno dovuto usare i cani da valanga. Silvio era in tuta mimetica, e sulla faccia aveva un fard speciale mimetico a chiazze studiato dal Pentagono e dalla Revlon. Purtroppo si era messo in testa troppa Nutella e i cammelli sono impazziti e hanno cominciato a leccarlo.
E’ salito sul palco e ha detto che lui non è solo il presidente operaio il presidente picciotto, il presidente terremotato, ma anche il presidente soldato. Ha detto che non ha fatto il militare perché le caserme sono un covo di bolscevichi, ma che sa usare un’arma. Ha fatto mettere dieci bottiglie una vicina all’altra a cento metri e ha imbracciato il fucile. Tutte le volte che sparava le bottiglia rimanevano intere e non succedeva niente. Ci hanno spiegato che sparava tra una bottiglia e l’altra, capito che mira? Alla sera abbiamo fatto Ustica two, un’esercitazione radar insieme agli americani. Loro simulavano di attaccare con degli aerei e noi simulavamo di rubare i tracciati. Devo dire che li abbiamo surclassati.

23 marzo
E’ stata una serata indimenticabile. E’ arrivato Colin Powell, un negrone che sembra il commercialista di Tyson e ci ha mostrato nuove prove delle armi irachene. Una ricevuta fiscale della ditta tedesco-americana che ha venduto a Saddam il gas con cui ha sterminato i curdi. Le foto dei missili che gli hanno venduto i nostri alleati russi, e i sistemi di puntamento italiani e francesi. Poi ci ha insegnato a torturare i prigionieri senza lasciare segni e ha cantato “Caravan petrol”. Che simpatico!
Quando se ne è andato ci siamo torturati per un po’ ma ci stavamo annoiando. Per fortuna, a mezzanotte ci hanno detto che avevano montato il palco per lo show. Dovevano esserci le veline ballerine, invece c’erano due velone ballerone con uno spinnaker per slip. Poi Schifani e Vito che volevano fare i fratelli De Rege, ma la scenetta non è mai iniziata, indovinate perché. Alla fine, c’era il balletto di Maria De Filippi e Pecoraro Scanio, ma fortunatamente si è alzata una tempesta di sabbia. Dio è con noi.

25 marzo
Siamo andati a letto agitati, perché siamo in job alert, mi sa che domattina attacchiamo. La prova certa è questa: si sente un gran puzza di salmone rancido, quindi Bush e la sua cravatta rosa sono arrivati. Inoltre in Iraq ci sono settecentomila soldati e rimpatriarli tutti costerebbe troppo. Ci hanno distribuito l’equipaggiamento antichimico, una maschera antigas e una cartina di Milano. Il colonnello Mason ci ha detto che i primi a andare all’attacco, per motivi tecnici, saremo noi italiani, ma di non preoccuparci perché ci coprono loro con gli aerei, basta seguire l’ombra.
Guardo le stelle irachene, così simili alle nostre, e penso: ma insomma, con la new economy e le promesse del nano nutellato, e la tecnologia, e l’impero del Bene come mai tutto quello che si annuncia nel nostro futuro è una guerra dopo l’altra? Possono due petrolieri megalomani spaccare in due il mondo solo perché nessuno li lascia soli nella loro paranoia? Ma poi mi sono consolato: mamma: pensa a quelle guerre scomode, nelle trincee col fango, le scarpe sfondate e invece siamo qui con gli alleati Usa cento volte più forti dei nemici, un bell’equipaggiamento e mezzi modernissimi, pagati dai cittadini. Morire in una guerra così è da disfattisti, anzi, come dicono gli americani, è proprio out. Vero, mamma?

28 marzo
Cara signora madre di Cosimo.
Questa non è una lettera preconfezionata, ma personale per lei. Sono lieto di informarla che suo figlio Cosimo è tecnicamente morto nella prima operazione di prevenzione, obliterato da fuoco amico. La cordiale ferita gli ha causato un’amichevole emorragia che lo ha cameratescamente dissanguato accompagnandolo a braccetto nel paradiso degli eroi. Ma non sia triste. Per consolarla di questo spiacevole inconveniente ho almeno tre belle notizie.
Essendo suo figlio Cosimo il primo caduto italiano in zona, ha vinto il premio del Presidente del Consiglio consistente in una licenza premio di due settimane da trascorrere in una delle sue ville in Sardegna. In quanto a lei, mamma di Cosimo, sarà ospite d’onore a ben tre talk show in una settimana. La prego di comprarsi i vestiti adatti. Sappiamo inoltre che suo figlio Cosimo era di sinistra. E inoltre meridionale e licenziato da poco. Si immagina che vita avrebbe fatto nel nostro paese? Meglio così.
Con simpatia, il presidente del consiglio, generale Sylvio Nutella Berlusconi.

PS. Non si sogni di protestare. Solo il popolo mi può giudicare, e lei è una sola.

INNAMORATEVI




Su su.. svelti, veloci, piano, con calma…

Poi non v’affrettate, non scrivete subito poesie d’amore, che sono le più difficili, aspettate almeno almeno un’ottantina d’anni.

Scrivetele su un altro argomento… che ne so… sul mare, il vento, un termosifone, un tram in ritardo… che non esiste una cosa più poetica di un’altra!
Avete capito?

La poesia non è fuori, è dentro…

Cos’è la poesia, non chiedermelo più,

guardati nello specchio, la poesia sei tu…

..e vestitele bene le poesie, cercate bene le parole… dovete sceglierle!
A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola!
Sceglietele…che la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere.

Da Adamo ed Eva…

lo sapete Eva quanto c’ha messo prima di scegliere la foglia di fico giusta!!!
“Come mi sta questa, come mi sta questa, come mi sta questa..” ha spogliato tutti i fichi del paradiso terrestre!

Innamoratevi,

se non vi innamorate è tutto morto… morto!

Vi dovete innamorare e tutto diventa vivo, si muove tutto… dilapidate la gioia, sperperate l’allegria e siate tristi e taciturni con esuberanza!

Fate soffiare in faccia alla gente la FELICITÀ! E come si fa? …fammi vedere gli appunti che mi sono scordato… questo è quello che dovete fare…
non sono riuscito a leggerli!

Per trasmettere la felicità, bisogna essere FELICI

e per trasmettere il dolore, bisogna essere FELICI.

Siate FELICI!!!
Dovete patire, stare male, soffrire.. non abbiate paura di soffrire, tutto il mondo soffre!
E se non avete i mezzi non vi preoccupate… tanto per fare poesie una sola cosa è necessaria… tutto.

Avete capito?
E non cercate la novità… la novità è la cosa più vecchia che ci sia…

E se il verso non vi viene, da questa posizione, né da questa, ne da così, buttatevi in terra! Mettetevi così!
Ecco… ohooo… è da distesi che si vede il cielo…
guarda che bellezza…perché non mi ci sono messo prima…

I poeti non guardano, vedono.

Fatevi obbedire dalle parole… Se la parola ‘muro’ non vi da retta, non usatela più…per otto anni, così impara!

Che è questo, bhooo non lo so!

Questa è la bellezza, come quei versi là che voglio che rimangano scritti li per sempre…
forza, cancellate tutto che dobbiamo cominciare!

La lezione è finita.

Ciao ragazzi ci vediamo mercoledì o giovedì…

Ciao arrivederci. Arrivederci.


(Monologo tratto da La Tigre e La neve - 2005)

mercoledì 13 luglio 2011

ahahahaha!!!!




ddu matt scapp da lu manicomj e quell k sta nnanz s mett a gira' attorn a na fundan...l'amik allor je fa' ...oh k sti ffa’ mo' arriv quill k c'akkiapp ...e iss...ja arisponn ...comba' ting gia' nov gir d vandagg...e mo’ mi pije!!!!!!!!!

...IL PRINCIPE...



(da Siamo uomini o caporali - 1955 - regia Camillo Mastrocinque


L’umanità, io l’ho divisa in due categorie di persone: Uomini e caporali.
La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali, per fortuna, è la minoranza.
Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare per tutta la vita, come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza mai la minima soddisfazione, sempre nell’ombra grigia di un’esistenza grama.
I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza averne l’autorità, l’abilità o l’intelligenza ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque.
Dunque dottore ha capito? Caporale si nasce, non si diventa! A qualunque ceto essi appartengono, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso, hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi. Pensano tutti alla stessa maniera!"
)


(Totò, nome d'arte di Antonio Focas Flavio Angelo Ducas Comneno De Curtis di Bisanzio Gagliardi, più noto come Antonio De Curtis (Napoli, 15 febbraio 1898Roma, 15 aprile 1967), è stato un attore, commediografo, paroliere, poeta e sceneggiatore italiano. Soprannominato "il principe della risata", è considerato uno dei più grandi interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano - tratto da Wikipedia L'Enciclopedia libera)

Scioglilingua

martedì 12 luglio 2011

...ANCHE DISTESA PER TERRA IO CANTO PER TE LE MIE CANZONI D'AMORE




L'albatros



Io ero un uccello
dal bianco ventre gentile,
qualcuno mi ha tagliato la gola
per riderci sopra,
non so.
Io ero un albatro grande
e volteggiavo sui mari.
Qualcuno ha fermato il mio viaggio,
senza nessuna carità di suono.
Ma anche distesa per terra
io canto ora per te
le mie canzoni d'amore.



(ALDA MERINI)

venerdì 8 luglio 2011

SOGNO TOPASTRO




La topastra (tratto da Teatro – di Stefano Benni *)







Entra Lucia (la topastra) vestita con vestitaccio bigio, con la cintura che pende e un cappelluccio. Vestita da topastra. Sta mangiando un pezzo di cavolfiore. Si ingozza e si pulisce la bocca con la mano, poi vede il pubblico e si annusa la mano, il braccio, le ascelle...





">Puzzo?... A me non mi pare... no, dico, proprio puzzare puzzare... non credo...
">E sentite un po' cosa m'è successo stamani. Me ne esco dalla fogna per fare un giretto... ci avevo un certo qual appetito... dico: vado al mercato, magari trovo qualche bella verdura marcia, un bel melone fradicio o un bel pezzo di carne frolla di quella che buttan via... oddio, mica sempre la buttan via! A volte ho visto sul bancone certi resti d'autopsia, certi polli lividi, stecchiti...

">Be', insomma, stamani mi son fermata dalla mia fornitrice preferita, la pescivendolona, quella bella robusta, quadrata, ci ha due polpacci che sembran colonne di portico... e quatta quatta striscio sotto al suo bancone e aaaaah! (urlo di spavento) che ti vedo? Un mostro, un pesciaccio con l'occhio spalancato, un alieno sbranato, morsicato, con mezza lisca di fuori, puzzolente... insomma una meraviglia!

">E lei coi piedi che lo pesta, tràcchete: schizzan via le budella... e lo ripesta, tracchete: via l'occhio... e intanto dice ai clienti: "Tutta roba freschissima, pescata stanotte, l'è viva, l'è viva!".

">Ma va', stanotte! Li ho visti io ì camion dei surgelati la settimana scorsa, questa roba l'è fresca come te, cara la mia pescivendolona! E intanto son strisciata proprio sotto la sua sottana... e non mi volto in su perché di robe brutte ne ho già viste abbastanza in vita mia... e gnaffete! Mi prendo in bocca l'alieno, il pesciaccio marcio, e fo per andarmene quando Quella butta l'occhio e...

">"Aaaaah! La sorcaccia!"
">Sorcaccia, capito? Così m'ha chiamata. Ah, per i nomi c'hanno una delicatezza... la "sorca", la "tarpa", la "pantegana", la "pongaccia", la "mardona"...

">E, come se non bastasse, salta sulla sedia di colpo, da schiantarla, e sì mette a urlare: "Ammazzatela, ammazzatela! Che schifo, che schifo! Uh, uh!".

">Capito? Che schifo... a me. Una topona elegante, snella, con un bel pelame color noisette... (assume posa da indossatrice, si liscia)

">Non avrà la morbidezza del visone, d'accordo, è un po' più abbourriffé... ma è idrorepellente. Se cadete nel canale col visone... giù giù giù giù... fottuti, se cadete nel canale col mio pelo, tornate in su, tracchete, una scrollatina, asciutti come prima!

">Dire a me che schifo! Una topona sana, forte, sportiva... (si toglie la giacca e rimane in maglietta tutta buchi) Sì, perché noi là di sotto si è vaccinati contro tutto!

">(Si annusa) Be', si farà un certo qual odorino... di chiuso, ma io faccio schifo? Lei allora, la pescivendolona?! Centotrenta chili, la maglietta con sopra Fiorello, lacche, tinture, un chilo di intonaco in faccia, e sparse per tutto il corpo squame di pesce, sangue e ammoniaca, con quei due polpaccioni da centravanti e due ciabatte luride che tiran su tutto il guazzo da terra... ciàcchete ciàcchete... e poi fuma fuma... ciàcchete ciàcchete... e fuma fuma... tossisce tossisce... ciàcchete ciacchete, pu pu scatarra, sputa, splaff... Certi sputi che sembran cotolette! Che ci arrivano in testa a noi, capito?

">Ma sarai tu a fare schifo! (urlando inviperita)

">A questo punto tutti i bottegai del mercato si son messi a fare la commedia. Un topo! Un topo! Oh, ma che strano! Non se n'erano mai visti da queste parti...

">Ma va' là che siamo un condominio di un milione e mezzo nella fogna qua sotto! E il macellaio subito prende una scopa, la scopona vendicatrice, per ammazzarmi, capito? E a me mi tocca scappare, rintanarmi sotto i banconi, in mezzo al liquame, e loro che frugano con la scopa, per massacrarmi...
">(Danza, con musica, fuggendo alla scopa)

">Finalmente sono in salvo! Mi sono un po' rilassata... sento una signora che dice: "Per forza arrivano i topi, sono attratti dalla sporcizia!". Attratti? Ma che dici? Attratti! Ce la tirate in testa voi la sporcizia, altro che attratti... Sarebbe come dire che a Hiroshima erano attratti dalla bomba atomica!

">E il salumiere rincara la dose: "Bestiacce maledette, vivon là sotto e s'ingrassano! Ieri ne ho vista una lunga così".

">Ovvia, ma che dovete crescere soltanto voi? Ma tra voi mica dite: "Ieri ho visto la mia amica Carla, aveva nella carrozzina un bimbaccio lungo così!". Anche noi si mangia, si cresce. È la natura. È normale.

">O che si deve rimanere topolini a vita? Avete visto troppo Walt Disney, voi!

">E c'è pure un bambino con la sua vocetta fresca che dice: "Papà, è vero che i topi attaccano le malattie?". Certamente, voi ce le attaccate a noi e noi ve le ridiamo indietro.

">Ma quello che m'ha fatto montare una rabbia, ma una rabbia... una... una... insomma una rabbia, è stato uno che ha detto: "Li vedo sempre nel canale dietro casa mia, nuotano nella merda!".

">Allora non ci ho visto più. Sono saltata sul bancone come una pantera. Proprio in mezzo ai gamberetti. Ho fatto volare due sogliole in faccia alla signora, ciac ciac, due schiaffi! E ho gridato: "> "Oh... Oooooooooooh!".

">Ero così incazzata che non riuscivo a parlare. Poi mi son ripresa e ho detto: "Ma il canale, di merda, chi l'ha riempito? Io? No, tu l'hai riempito, col tuo culone, caro il mio giovanottone, e tu bambino col tuo culino, e lei signora pescivendolona con quella parabolica di chiappona che la si ritrova!".

">"Ammazzatela!" ha ripetuto la pescivendola.

"> "Zitta sai!" L'ho fulminata io. "Zitta. T'ho visto che lucidavi i pesci con l'alcol e gli lustravi l'occhio col vetril, per farlo apparire più vispo! In quanto a te, caro il mio macellaio, una volta ti abbiamo rubato venti polpette di macinato. Una strage giù nella fogna. Centoquaranta intossicati a morte, compreso il povero nonno che vomitava e diceva: "Ragazzi, ma dove le avete prese codeste polpette, all'obitorio?". È morto tra gli spasmi, gonfio che pareva un criceto!

">E lei signora, con quel suo cane che... pssss... pssss... piscia da tutte le parti, molla per terra montagne di stronzetti, che poi ci si finisce dentro noi col naso! Eppoi l'ho vista con cosa pulisce la sua formaggeria ogni notte, con la Coca-Cola, a fiumi, che quando arriva nelle fogne le fa ribollire, peggio dell'acido muriatico!

">E tutta quella schiuma di detersivo che buttate giù? Che i nostri piccini starnutiscono: etcì, etcì... cos'è, mamma, è neve?... Certo, tesoro, è neve... Altro che Walt Disney!"
">(pausa)
">"Mi sono spiegata? Allora, la facciamo finita con questi appellativi: pongaccia, sorcaccia, pantegana, mardona... ma che è?

">Io mica vi chiamo: lardosa, schifosa, bavosa... fracicone, finocchione, lurido ladrone... ecc. ecc.! Insomma di qui in avanti mi dovete chiamare cosi: signora Topa!

">Scusi signora Topa - dovete dire - poiché lei mi spaventa, potrebbe gentilmente allontanarsi dai miei piedi?
">Ci vuol tanto poco!
">Oppure: signora Topa, io lo capisco, che lei abbia fame e voglia fare uno spuntino qui da noi, ma i nostri clienti sono un po'... prevenuti contro i topi, sono un po'... diciamo la parola: razzisti!.,. Potrebbe cortesemente tornare durante l'orario dì chiusura? Le lasceremo qualcosina.
">Basterebbe un minimo di civiltà.

">Noi si ingoia la vostra merda, zitti e buoni, e si sta di sotto, perché voi possiate dire che qui dì sopra il mondo è pulito... capirai!

">Troppo comodo! Ma ora basta. Sennò si viene su tutti insieme e si requisisce ogni cosa: banane, pane, pasta, formaggi, tartufi... sì, anche i tartufi con quell’odorino di fogna... boni! Perché noi siamo tanti e se si viene su tutti insieme, nel vostro bel supermercato pieno d'ogni ben di dio, si fa un macello! Capito? Un macello!"




">(pausa)
">Silenzio. Avevo zittito tutti.
">(pausa)
">"Ha ragione!" ha detto il bambino all'improvviso. Come? Non credevo alle mie orecchie.

">"In fin dei conti non è poi così brutta," ha detto la signora, "è vero, ha un bel pelame, ci si potrebbe... teoricamente... fare proprio una pelliccia. Ha il colore di un certo visone selvaggio... E poi quel codino, così grazioso... ti ti ti ti!"

">"È forte, è tozza, è alternativa. Viene da sotto, dal cuore pulsante dell'underground!" ha detto un ragazzone col giubbotto di cuoio.

">"Ho letto che sono molto solidali tra di loro," ha detto un altro con l'aria da professore, "e che hanno un grande senso della famiglia..."

">Sarà! Io non ci capivo più nulla!

">La pescivendola mi è venuta incontro sorridente e mi ha detto: "Signora Topa, io la capisco, anch'io sono vittima di una cultura fallocratica!". Fallo... che? "Una cultura che insegna alle donne ad avere paura delle sorche. Infatti la parola sorca indica anche, in senso dispregiativo, l'organo genitale femminile. Perciò solidarizzo con lei. Venga pure a servirsi al mio bancone quando crede, frinisca.., barrisca... nitrisca… insomma faccia quello che crede e io le darò ciò che desidera. Che ne direbbe di queste triglie quasi fresche?"

">"Ma no, venga prima da me, cara la mia topolina!" ha detto il salumiere.

">"Ho una mortadella di Modena, al bacio!"

">"Si permette," è saltato su il macellaio, "visto che poco fa ha ricordato quell'increscioso incidente de' porpette guaste, vorrei rimedia' co 'sto ber pezzo de filetto che ritengo degno de su classe e der su gusto!" Si è inchinato e ha cominciato a battere le mani...
">(Musica di carillon, balletto-sogno)
">Incredibile!
">Infatti non è vero. È una bugia, un sogno... un sogno che faccio ogni tanto a occhi aperti... il sogno d'esser trattati, per una volta nella vita, con la dignità che si meriterebbe, anche noi... noi là di sotto.

Ha un momento di commozione, tira su e si strofina il naso, poi continua a tirar su annusandosi la mano, guarda di nuovo il pubblico con sfida.
">Puzzo?
">(pausa)
">Puzzerete voi! Fate un po' come volete e chiamatemi come vi pare, ma ricordatevi: noi si ha pazienza e si ingoian tutti i vostri veleni, ma un giorno...

">Un giorno si scoprono i tombini, si levan le sorche! Seicento miliardi siamo! Sì, seicento miliardi di topi messi insieme in tutto il mondo. Capito la cifra? Cazzi vostri... Seicento miliardi di code ritte come baionette! Sentirete un rumorino alla porta... "Caro, ci dev'essere un topo là fuori, vai, ammazzalo con la scopa, presto!" Aprirete la porta... un esercito! Chilometri e chilometri di sorche!
">(fa il segno 6 con le dita)




">Seicento miliardi. Trecento a testa ve ne toccano!
"(si annusa per l'ultima volta)
">Puzzo? Come, puzzo? No. Anzi, profumo!










* (Stefano Benni è un grandissimo scrittore/poeta/sceneggiatore ed è nato il 12 agosto 1947 a Bologna, capitale della Congregazione dei Califfati Riuniti delle Tribù Emiliano-Romagnole. È uno dei massimi artisti della lingua scritta. All'età di 12 anni si rese conto di poter fare molto male con la penna: infatti, ne aveva conficcata una nel cranio di Cristiano Malgioglio. Da qui si spiegano molte cose[]. Compiuti i 15 anni scappò di casa e andò a vivere nel magazzino delle birre del Bar sottocasa. Qui iniziò la stesura di "Bar Sport", capolavoro ineguagliabile della letteratura italiana, cui seguirono "Bar Sport 2000", "Bar Sport 2001: Odissea nello Spazio", "Bar Sport 3000: Il Maestro colpisce ancora" e tanti altri. ahahah- tratto da nonciclopedia.wikia.com)

...IL GIORNO VOLEVO PARLARE DEI MIEI SOGNI...LA NOTTE PARLARE D'AMORE



Mi sono innamorato di te
perchè non avevo niente da fare,
il giorno volevo qualcuno da incontrare,
la notte volevo qualcosa da sognare.
Mi sono innamorato di te
perchè non potevo più stare solo,
il giorno volevo parlare dei miei sogni,
la notte parlare d'amore
Ed ora che avrei mille cose da fare
io sento i miei sogni svanire
ma non so più pensare
a nient'altro che a te.
Mi sono innamorato di te
e adesso non so neppur io cosa fare,
il giorno mi pento d'averti incontrato,
la notte ti vengo a cercare.
la notte ti vengo a cercare.



(Luigi Tenco - 1962)

martedì 5 luglio 2011

VITA




Goditi potere e bellezza della tua gioventù. Non ci pensare.
Il potere di bellezza e gioventù lo capirai solo una volta appassite.
Ma credimi tra vent'anni guarderai quelle tue vecchie foto.
E in un modo che non puoi immaginare adesso.

Quante possibilità avevi di fronte
e che aspetto magnifico avevi!
Non eri per niente grasso come ti sembrava.

Non preoccuparti del futuro.
Oppure preoccupati ma sapendo che questo ti aiuta quanto masticare un chewing-gum per risolvere un'equazione algebrica.

I veri problemi della vita saranno sicuramente cose che non ti erano mai passate per la mente, di quelle che ti pigliano di sorpresa alle quattro di un pigro martedì pomeriggio.

Fa' una cosa ogni giorno che sei spaventato: canta!

Non essere crudele col cuore degli altri.
Non tollerare la gente che è crudele col tuo.

Lavati i denti.

Non perdere tempo con l'invidia: a volte sei in testa, a volte resti indietro.
La corsa è lunga e, alla fine, è solo con te stesso.

Ricorda i complimenti che ricevi, scordati gli insulti.
Se ci riesci veramente, dimmi come si fa...

Conserva tutte le vecchie lettere d'amore,
butta i vecchi estratti-conto.

Rilassati!

Non sentirti in colpa se non sai cosa vuoi fare della tua vita.
Le persone più interessanti che conosco a ventidue anni non sapevano che fare della loro vita.
I quarantenni più interessanti che conosco ancora non lo sanno.

Prendi molto calcio.

Sii gentile con le tue ginocchia,
quando saranno partite ti mancheranno.

Forse ti sposerai o forse no.
Forse avrai figli o forse no.
Forse divorzierai a quarant'anni.
Forse ballerai con lei al settantacinquesimo anniversario di matrimonio.
Comunque vada, non congratularti troppo con te stesso,
ma non rimproverarti neanche: le tue scelte sono scommesse,
come quelle di chiunque altro.

Goditi il tuo corpo,
usalo in tutti i modi che puoi,
senza paura e senza temere quel che pensa la gente.
E' il più grande strumento che potrai mai avere.

Balla!
Anche se il solo posto che hai per farlo è il tuo soggiorno.

Leggi le istruzioni, anche se poi non le seguirai.
Non leggere le riviste di bellezza:
ti faranno solo sentire orrendo.

Cerca di conoscere i tuoi genitori,
non puoi sapere quando se ne andranno per sempre.
Tratta bene i tuoi fratelli,
sono il miglior legame con il passato
e quelli che più probabilmente avranno cura di te in futuro.

Renditi conto che gli amici vanno e vengono,
ma alcuni, i più preziosi, rimarranno.
Datti da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita,
perché più diventi vecchio, più hai bisogno delle persone che conoscevi da giovane.

Vivi a New York per un po', ma lasciala prima che ti indurisca.
Vivi anche in California per un po', ma lasciala prima che ti rammollisca.

Non fare pasticci con i capelli: se no, quando avrai quarant'anni, sembreranno di un ottantacinquenne.

Sii cauto nell'accettare consigli,
ma sii paziente con chi li dispensa.
I consigli sono una forma di nostalgia.
Dispensarli è un modo di ripescare il passato dal dimenticatoio,
ripulirlo, passare la vernice sulle parti più brutte
e riciclarlo per più di quel che valga.

Ma accetta il consiglio... per questa volta.


(The Big Kahuna: è un film del 1999 diretto da John Swanbeck e tratto da una commedia teatrale di Roger Rueff, che ne ha curato anche la sceneggiatura.– Tratto da Wikipedia L’Enciplopedia Libera)


Poetry

http://youtu.be/0yo3M2Z0tD0



I lost myself on a cool damp night
I gave myself in that misty light
Was hypnotized by a strange delight
Under a lilac tree

I made wine from the lilac tree
Put my heart in its recipe
It makes me see what I want to see
And be what I want to be

When I think more than I want to think
Do things I never should do
I drink much more that I ought to drink
Because it brings me back you

Lilac wine is sweet and heady,
Like my love
Lilac wine, I feel unsteady,
Like my love

Listen to me, I cannot see clearly
Isn't that she, coming to me
Nearly here

Lilac wine is sweet and heady,
Where's my love
Lilac wine, I feel unsteady,
Where's my love

Listen to me, why is everything so hazy
Isn't that she, or am I just going crazy, dear

Lilac wine, I feel unready for my love
Feel unready, for my love